Relazione dell’incontro “Giovani e Futuro – Giovani e Lavoro”

9 Dicembre, 2014 Lascia il tuo commento

REPORT DELL’INCONTRO con  il  DOTT. JOHNNY DOTTI
VIMERCATE 4 MARZO 2014

Il Dott. Johnny Dotti  47 anni, padre di 4 figli e pedagogista per vocazione, è da sempre attivo nell’ambito dell’impresa sociale in qualità di imprenditore. Da giugno 2009 è Presidente e Amministratore Delegato di Welfare Italia Servizi srl, società dedita allo sviluppo dei servizi per le famiglie. E’ Amministratore Unico di Welfare Italia Impresa Sociale per lo  sviluppo dei marchi di qualità del  gruppo Cooperativo CGM, di cui è stato Presidente e Amministratore Delegato. Ricopre inoltre la carica di Presidente della Fondazione Solidarete, dedita allo sviluppo dell’impresa nel Sud del mondo. Nei suoi incontri con i giovani e sui giovani propone la riflessione su alcuni percorsi educativi volti a favorire esperienze di manualità e di lavoro che aiutino i ragazzi ad avere il senso del reale, propone quindi come rito iniziatico a cui tutti i giovani andrebbero educati il Servizio Civile obbligatorio, quale cura per la Comunità Civile.

Nell’incontro tenutosi all’Auditorium di Vimercate, alla presenza di circa 200 ragazzi delle classi 5° del Liceo Banfi e dell’Istituto Vanoni,  il dott. Dotti inizia il suo intervento riflettendo sul fatto  che quello che stiamo vivendo è un tempo di profondissime trasformazioni, i giovani quindi sono sfidati a preoccuparsi di cosa succederà e a pensare e progettare “cose alte”, perché il mondo in cui ci troveremo tra 10 anni sarà quello che loro avranno costruito.

Invita subito a farsi delle domande: “Cosa significa  oggi crescere ed educare, in questo mondo che non tollera i superficiali?”

Parte da una valutazione storica: siamo alla fine delle istituzioni politiche dell’800, è risaputo che siamo in un periodo di forte crisi e per uscirne occorre davvero entrare in un nuovo paradigma di pensiero.  Le istituzioni democratiche non sono più sufficienti a sostenere la democrazia e sono in crisi perché fondate solo sul voto e sulla fiscalità. Questi due vettori non bastano più, votare non basta più per essere partecipi della vita democratica, e quindi l’invito rivolto ai giovani è di non dare per scontato ciò che abbiamo ereditato in termini di conquiste democratiche , ma chiedersi sempre : “Che democrazia vogliamo? A quali forme di convivenza potremmo pensare? Qual è il “pezzo” che noi aggiungeremo all’attuale forma democratica?”

Il secondo aspetto su cui invita a riflettere è la visione verticale della società: l’attuale generazione di giovani è la prima di una società “piatta”, eppure senza autorità non è possibile “svezzarsi”.

L’autorevolezza è un bisogno profondo dell’uomo, allora l’invito è a riflettere su cos’è l’autorità per i giovani e  come avviene nel gruppo la costruzione della leadership.

Il terzo aspetto è legato al sistema economico in cui siamo, che si basa su un’idea di produzione infinita, sviluppo infinito, debito infinito. E naturalmente si parla spesso di soldi “finti” (da qui è nata la bolla finanziaria).

Allora l’invito rivolto ai giovani è: “Cominciate ad immaginare un nuovo modello di produzione, un nuovo rapporto col denaro, nuove forme di lavoro, di servizi.”

Secondo il Dott. Dotti è un grave errore “solo” studiare, perché in questo modo è venuto a mancare ai giovani un percorso di apprendistato che li pone in rapporto costante con la realtà. Occorre recuperare l’idea che lavorare è generare “valori”.

Siamo in un tempo in cui c’è un iper investimento sull’IO, una visione narcisistica dell’IO. Occorre tornare alla possibilità di scoprire di essere dei TU, dei NOI, perché ogni persona è un nodo di relazioni, ecco perché è importante non perdere mai di vista l’amicizia.

Quali proposte concrete allora si potrebbero fare?

– Innanzitutto pensare a forme diverse di produzione e di governo di beni di comunità (acqua, trasporti,…) che potrebbero generare nuova democrazia (destatalizzare, non per privatizzare, ma per socializzare)

– Costruire “insieme” un valore multiplo, legato ad es. al riciclo, ai beni culturali, alla questione ambientale, come mezzo per rendersi utili alla comunità più prossima

– Considerare un potenziale tempo di “fraternità” (reciprocità); in concreto potrebbe essere un Servizio Civile (6 mesi in Italia, 6 mesi all’estero)

– Riflettere sul fatto che la voglia di vivere, di mettersi in movimento nasce spesso dall’  essere stati il “tu” di qualcuno.

La sua relazione si conclude con la considerazione che c’è un buco nel mondo che va riempito di una umanità nuova,  solo così il futuro potrà essere meglio del presente.

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Questo articolo è stato scritto da Palco